La complicata bellezza dell’adozione

Adottare un bambino è donare a se stessi e a un bambino una complicata, straordinaria e meravigliosa opportunità. Meravigliosa per la vita dei genitori adottivi, che si compie e si qualifica, meravigliosa per il bambino che ha l’opportunità di rinascere a una nuova vita. Nella maggior parte dei casi tale opportunità viene colta, e lo vediamo nello sguardo felice dei protagonisti. L’incontro adottivo è però complicato perché è di solito l’incontro di storie difficili e dolorose, da un lato e dall’altro: per essere adottato, il bambino deve essere stato legalmente dichiarato “in stato di abbandono”, è già questa espressione mette i brividi, perché lascia immediatamente intravedere il dolore del sentirsi inermi di fronte alla mancanza di protezione e, troppo spesso, di fronte al maltrattamento vero e proprio. Anche dal lato dei genitori adottivi c’è stato il dolore della scoperta dell’infertilità, la sua faticosa accettazione, la ricerca di rimedi medici che non sono stati trovati, la scelta finale dell’adozione, spesso preceduta da un tormentoso gioco tra marito e moglie.

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Scosse e riscosse

«Buon anno di scosse e di riscosse», ha scritto Gramellini su La Stampa del 31 dicembre appena passato, augurando a tutti «…un anno di fervore. La forza irresistibile che infonde passione e concentrazione in ciò che si fa, senza perdere più tempo a lamentarsi, invidiare, rinfacciare».
Quest’augurio semplice, però, suona oggi come strano, e ho immaginato Gramellini accusato di farla troppo facile, di parlare dal sicuro del suo stipendio, di non essere in grado di capire la difficoltà grande che tante persone stanno vivendo. Ho immaginato anche che qualcuno, su Internet, lo insultasse, dandogli del venduto (La Stampa è di proprietà della Fiat…) o del complice di chissà quale complotto teso ad assopire possibili conflitti… .

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Cambiare il mondo con i Forconi

É l’11 dicembre, mentre scrivo, e Francesco Lenti mi ha invitato a commentare le dure proteste del “Movimento dei forconi”. Oggi, 11 dicembre, sono in corso anche altre cose: i funerali di Nelson Mandela e Papa Francesco è promosso dalla prestigiosa rivista Time “Uomo dell’anno”, mentre Massimo Gramellini interviene sullo stesso argomento su cui il direttore di Livù mi ha chiesto di dire la mia. Parto da Gramellini, che a margine dei comportamenti violenti di una parte dei protagonisti della protesta, scrive sul suo giornale: «Chissà se esiste, per l’umanità del ventunesimo secolo, la possibilità di esprimere l’esasperazione senza la prevaricazione, e la rabbia senza la violenza vigliacca che si accanisce contro i più deboli». E conclude: «Se i politici non prendono consapevolezza dell’emergenza e rinunciando ai loro riti lenti e bizantini, come sempre nella storia l’ignavia della democrazia avrà prodotto i forconi su cui si isseranno le prossime dittature».

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Cari genitori di Serena

Cari genitori di Serena,
ho letto con attenzione la vostra lettera, e sono andato a rileggere subito dopo il mio testo, per provare a capire bene dove fossero (o si nascondessero) gli attacchi ai quali avete reagito in modo così forte. Per il rispetto che devo a persone che hanno saputo combattere e combattono per la dignità di chi, come Serena, ha una gravissima malattia, farò del mio meglio – nelle poche righe che seguono – per essere franco e leale con voi, e comincio col dirvi che mi dispiace e mi scuso se delle cose che ho scritto vi hanno urtato o ferito. Non era (non poteva mai essere) nelle mie intenzioni, ma se ci sono delle cose di quel tipo consentitemi di spiegare ancora meglio il mio punto di vista...

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