Perché votare

Sono passati più di trent’anni da quando, progressivamente e inesorabilmente, i partiti hanno cessato di formare e selezionare i migliori, tra coloro che si avvicinavano alla politica dalla propria parte. Dopo la morte di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer, dopo la caduta del muro di Berlino, le ideologie che avevano nutrito la storia del secondo dopoguerra sono tramontate, senza essere sostituite da formulazioni più adeguate ai tempi. Probabilmente non siamo ancora usciti da quella fase, ma un dato è certo: i partiti e i loro dirigenti hanno, in prevalenza, selezionato i loro sottoposti sulla base della fedeltà ai capi, piuttosto che della loro qualità: corruzione e incapacità di governo sono state le conseguenze che paghiamo tutti. A questa logica sono in parte sfuggiti i sindaci, che grazie al meccanismo elettorale diretto hanno potuto essere selezionati più dai loro concittadini che dai partiti.

 

Se i partiti hanno smesso di selezionare i gruppi dirigenti nel modo giusto, però, questo aumenta la responsabilità di noi cittadini elettori nello sforzo di darci il miglior governo possibile, memori di un’antica verità: «Ogni popolo ha il governo che si merita».

Proprio perché i partiti e i movimenti presenti nello scenario sono deboli, e spesso inaffidabili, è indispensabile prendere quel piccolo potere che abbiamo tra le mani, il voto in questo caso, e usarlo al meglio.

Allo scopo, metto con piacere a vostra disposizione, liberi come siete di cestinarli all’istante, alcuni consigli psicologico-politici per usare bene l’occasione delle prossime elezioni regionali.

$11.     Andare a votare. Assumersi la responsabilità di scegliere, rinunciando al disgusto e allo sdegno che ci fanno sentire giusti e migliori ma che, se spingono al ritiro, diventano solo il paravento degli ignavi e dei superbi. Il voto è prezioso. Gli uomini e le donne si sono battuti col sangue, un tempo non così lontano, per averlo. Bisogna che anche noi “ci sporchiamo le mani”, come quando si lavora, scegliendo.

$12.     Scegliere le persone, prima che i gruppi politici. A ogni elezione, tante persone scendono in campo e ci mettono la faccia, come si dice. Dobbiamo esser grati a loro, per questa loro esposizione, e per il loro coraggio. Ce n’è per tutti i gusti. Tutti (chi più chi meno) difettosi, come ognuno di noi è.

$13.     Scoprire (e punire col non-voto) i candidati truffatori: quelli che raccontano che risolveranno il tuo problema, che saranno a tua disposizione.

$14.     Scegliere persone ragionevoli, non quelli che gridano più forte, perché in politica l’urlo nasconde l’incapacità di argomentare e di vedere la complessità dei problemi reali. Non esistono problemi facili da risolvere, in questi tempi di crisi e di globalizzazione. C’è bisogno di competenza, impegno lungo e serio, per dare risposte a chi non ha lavoro, per risanare lo Stato, per combattere la corruzione e gli sperperi, e così via.

$15.     Temere più di chiunque altro chi si propone come puro, poiché porta in sé l’inconsapevolezza dei propri limiti e la violenza di chi si da ragione da solo e crede di avere dio dalla sua parte. La storia l’ha insegnato mille volte: il “male assoluto” si presenta sempre con le vesti del “bene assoluto”.

Se i partiti e i movimenti selezionano male o malissimo allora facciamolo noi, scartando i candidati che non ci sembrano all’altezza. Mettendo alla prova la nostra capacità di fare la cosa giusta al momento giusto: assumerci la responsabilità di scegliere chi per noi è il miglior consigliere regionale possibile, e il miglior presidente possibile per la nostra Puglia. 

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