Vacanza

La vacanza richiama il vacante, ciò che è vuoto. Il vuoto della vacanza estiva è uno spazio libero dal lavoro, uno spazio di riposo desiderato e meritato, in cui fare finalmente cose diverse (divertirsi) dalle solite, o almeno immaginare di poterle fare. Buona vacanza, la più riposante e divertente possibile, a tutti coloro che la faranno!
Vacanza richiama però anche un altro significato del vuoto, che è la mancanza, l'assenza di quel lavoro da cui sarebbe assai bello andare in vacanza. La grande maggioranza delle famiglie italiane, per restare in casa nostra, non farà vacanze estive, perché segnata in vario modo da questa seconda condizione.


Ma la mente non va mai in vacanza, non conosce vuoti, è costantemente attiva, anche nell'assenza di ogni stimolo esterno, anzi, in condizioni di bassa stimolazione è ancora più attiva, nel senso che può più liberamente spaziare in tutte le direzioni. E allora mi piacerebbe assegnare un piccolo compito, fatta solo di una riflessione, a chi è o andrà in vacanza, e a chi non potrà permetterselo. Ovviamente, non avendo alcuna autorità per assegnare compiti, si tratta solo di una proposta, e siete tutti liberi di mandarmi a quel paese.
Compito per chi può permettersi le vacanze, con rinnovati e sinceri auguri: sarà utile pensare di appartenere a una ristretta minoranza di abitanti della terra, quelli nati (senza alcun merito personale) in una delle zone più ricche di opportunità del pianeta. A questo vantaggio se ne sono aggiunti altri, provenienti a volte dalle famiglie d'origine, o dalla fortuna (il caso) che contribuisce a tenerci vivi e in discrete condizioni di salute e, infine, dall'impegno personale, dagli sforzi che ciascuno ha fatto per guadagnarsi (o conservare) questa condizione. La consapevolezza del privilegio deve aiutare a pensare anche a chi quei privilegi non li ha. La disuguaglianza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco genera una tensione che chiede di essere affrontata, non solo per chi sta peggio ma anche per dare più senso e più spessore alla vita di chi è privilegiato. L'alternativa a questo farsi carico di chi ha meno, sarà inevitabilmente il barricarsi in ville dalle alte mura, o in quelli che Fabrizio De Andrè chiamava i "ghetti per ricchi", cioè il diventare prigionieri del proprio privilegio e il dover (rin)chiudersi per difenderlo. Ma neanche se la prigione è dorata, si sta bene dentro...
Compito (ben più difficile, purtroppo) per chi non potrà andare in vacanza. Per loro, soprattutto per chi è più giovane, ma non solo per loro, potrebbe forse aiutare il guardare chi non si blocca, e lanciare il cuore oltre l'ostacolo. Spingendo al massimo da un lato la propria resistenza, la propria capacità di adattarsi senza rimpianti, e dall'altro la propria creatività, la propria capacità di inventare cose nuove, superando i limiti dell'esistente, come in tanti riescono a fare, nonostante tutto. Il mare calmo dell'estate, il nostro Mediterraneo, è diventato strumento e testimone di una speranza così forte per milioni di persone che dall'Africa guardano l'Europa, da spingerli a rischiare di morire, come troppe e troppe volte avviene, pur di mettere piede in un'altra realtà, la nostra. Si può partire da questo microscopico privilegio, rispetto a loro: non dobbiamo rischiare di morire, per essere qui. E ripartire.

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